
Dal neolitico fino alle trasformazioni del Novecento, in una mostra per tutti.
La mostra è prorogata a domenica 5 novembre!
Da dove viene il “nostro pane quotidiano”? Nel tempo della sicurezza alimentare e del dominio sull’ambiente, quando mangiare bene sembra scontato, è necessario riscoprire su che cosa è basata questa sicurezza e imparare che potremmo anche perderla.
Senza agricoltura non esisterebbero le città, gli Stati, i mestieri, le classi sociali, le merci e l’economia; il nostro paesaggio, il pianeta intero sarebbero tutta un’altra cosa, se non fosse stata inventata l’agricoltura. E gli esseri umani sarebbero ancora una decina di milioni in tutto, e non miliardi.
Al castello di Sarzano, si inaugura sabato 23 settembre alle 17 una mostra didattica (ma aperta a tutti) che illustra il lungo e fortunato percorso evolutivo intrapreso dalla specie umana per garantirsi cibo e progenie. “Origine ed evoluzione dell’agricoltura” è il titolo, ideatore e curatore è Franco Capone, documentarista e giornalista specializzato in antropologia e paleontologia del gruppo editoriale Focus e già curatore per il Comune di Casina nel 2016 della fortunata mostra sui fossili “Le pietre della vita”. Franco Capone si è avvalso della consulenza dei professori Gaetano Forni, Osvaldo Failla e Luigi Mariani del Museo lombardo di storia dell’agricoltura, il più importante in Italia.
Franco Capone guida personalmente la visita della mostra di ciascuna scolaresca (visita su prenotazione); la segreteria organizzativa è svolta da IdeaNatura, che cura, a completamento della mostra, un itinerario guidato sulla lettura agro-ambientale del paesaggio intorno al Castello di Sarzano.

La mostra è stata realizzata con la consulenza dei proff. Gaetano Forni (fondatore del Museo Lombardo di Storia dell’agricoltura, S.Angelo Lodigiano), Luigi Mariani (storico dell’agricoltura, Università di Milano-Agraria) e Osvaldo Failla (Università di Milano-Agraria e Direttore Museo Lombardo di Storia dell’agricoltura).
Il percorso espositivo presenta antichi utensili e documenti preziosi. Pannelli con testi, disegni e foto spiegano in modo semplice ma esaustivo la rivoluzione agricola e le sue scoperte fondamentali. Fra i reperti originali, i primi testi dell’umanità in caratteri cuneiformi che spiegano come coltivare ed allevare, e poi macine e accette del neolitico. Ci saranno anche attrezzi tipici della tradizione agricola emiliana, a dimostrazione della loro provenienza dall’antica strumentazione di Etruschi e Romani che restò invariata fino alla meccanizzazione del Novecento (anni Trenta-Sessanta): diversi aratri testimoniano l’evoluzione di questo importante attrezzo. C’è una sezione “magica”: si tratta di una raccolta di figure apotropaiche (di scongiura della cattiva sorte) che erano posizionate sui carri reggiani e del mantovano. È da sottolineare il carattere internazionale delle informazioni scientifiche attinte, i pannelli della mostra descrivono l’evoluzione dell’agricoltura anche negli altri continenti.
I pezzi esposti provengono da collezioni private e da musei. Hanno collaborato il Museo delle statue stele di Pontremoli (MS), l’Istituto di Istruzione Superiore Nelson Mandela (Castelnovo ne’ Monti), l’Università di Modena e Reggio Emilia – Facoltà di Agraria/Scienze della vita, e numerosi collezionisti privati, locali e nazionali: Michail Ancient Art di Milano (reperti sumeri), Alfio Tomaselli (Archeologia Sperimentale) di Prato (reperti neolitici), Michela Cuseri (La Terra dei Buccheri) di Siena (testimonianze etrusche), Marco Messa di Milano (ferri apotropaici), Augusto Panini di Como (tradizione africana), Claudio Grossi di Parma (riproduzione di semi antichi), il museo “Memorie del mondo rurale Vita e lavoro” di Bèrgogno e Primo Rinaldi di Faieto (attrezzi della tradizione reggiana).
Decisivo per la realizzazione dell’iniziativa è il sostegno economico di Iren. Alla promozione dell’evento collabora il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
Franco Capone spiega: “questa è una mostra didattica destinata alle scuole e al pubblico in generale sull’origine dell’agricoltura, degli insediamenti agricoli e le loro trasformazioni sul paesaggio, dal Neolitico al primo Novecento. Dodicimila anni fa, quando l’uomo cacciatore e raccoglitore iniziò a coltivare, fece il grande salto. Decisiva fu anche la domesticazione di animali come il bue, il cavallo, l’asino, il maiale, lo yak e poi di quelli di bassa corte. Con la possibilità di produrre cibo, non semplicemente andare a cercarlo nell’ambiente naturale, e poi di fare scorte alimentari, le famiglie furono in grado di mantenere più figli. Più persone da nutrire stimolarono la ricerca di nuove terre e sistemi per coltivare. I villaggi si ingrandirono e divennero città-Stato. A partire da seimila anni fa si ebbero le prime canalizzazioni. Raccolti migliori fecero aumentare ancora la natalità, in un circolo virtuoso che portò a un incremento esponenziale della popolazione: l’uomo cambiò il volto del pianeta e il suo pensiero, si assicurò il futuro. Dall’evoluzione dell’agricoltura dipese la nascita delle civiltà e della spiritualità, la divisione del lavoro e la comparsa delle classi sociali, le sperimentazioni naturalistiche e l’evoluzione delle tecniche agricole. Si affermarono nuovi mestieri, dal sacerdote all’artigiano. In questa panoramica il visitatore troverà la coltivazione fra i Sumeri e gli Egizi, poi i Romani che ereditarono l’esperienza degli Etruschi. A partire dal XVI secolo furono importate in Europa piante molto produttive, come il mais. Con l’Illuminismo iniziò la fase di sfruttamento scientifico della terra, i fertilizzanti per esempio. E infine la meccanizzazione che ci porta sulla soglia dei giorni nostri. È una lunga, impressionante cavalcata attraverso i millenni che dà ai giovani d’oggi la percezione scientifica del nostro passato e del compito delicato che ci riguarda in prima persona, procedere in direzione dell’uso sostenibile dell’ambiente”.
“Abbiamo creduto nella proposta di Franco Capone – dice il consigliere comunale Corrado Bergianti, sostenitore del progetto con l’assessore alla cultura di Casina Grazia Filippi – perché sa parlare in modo chiaro, semplice e scientifico di cose importanti per continuare ad abitare e produrre in appennino”.
“L’iniziativa – aggiunge Roberto Carriero, responsabile dei servizi culturali del Comune di Casina – è parte coerente e sostanziale delle attività del Comune di Casina per la promozione della Riserva della biosfera dell’Appennino tosco-emiliano. La comprensione del rapporto uomo-ambiente nel macrocosmo della storia universale è imprescindibile per il ‘montanaro’ di oggi che affronta la sua sfida vitale nel microcosmo dell’appennino. Occorre giocare un ruolo intelligente e consapevole, per il bene nostro e della nostra terra.”
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Origine ed evoluzione dell’agricoltura
Dalla spiga alle prime civiltà, nei millenni fino a ieri – Mostra didattica
Castello di Sarzano – Casina (Reggio Emilia)
23 settembre – 5 novembre 2017
Inaugurazione: sabato 23 settembre 2017 ore 17
Segreteria organizzativa IdeaNatura – info@ideanatura.net
Main sponsor Iren spa
Supporto organizzativo: Consorzio del Parmigiano Reggiano